Cosa accomuna Tim Cook, il Presidente del Consiglio di Amministrazione della Apple, con il Cardinale Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (Congregazione della Curia Romana della Chiesa Cattolica), e con il responsabile del McDonald vicino a casa vostra?
Tecnicamente sono colleghi: tutti e tre sono manager!
Ovvio che le differenze di ruolo, responsabilità e campi di azione li rendono abissalmente distanti, ma qualcosa li accomuna (loro malgrado, forse) o dovrebbe accomunarli: la capacità gestionale.
Perchè questo è in sintesi quello che, nella vulgata tecnica e non, è il management.
Dice il vocabolario Treccani il management essere: “L’attività del manager, soprattutto come direzione di una società, di un’impresa commerciale o industriale, volta al conseguimento del massimo profitto e in quanto tale, soprattutto in passato, distinta dalla gestione di aziende pubbliche e dei servizî, cui si preferiva attribuire la denominazione di amministrazione.”
Ma questa definizione non ci soddisfa, non appieno. Essa è troppo legata alla idea di profitto e relega il concetto di management esclusivamente al mondo degli affari.
Tuttavia assistiamo oggi alla esistenza, non per moda, ma per necessità, di figure gestionali in ogni organizzazione, sia essa privata o pubblica, orientata al profitto o senza scopo di lucro. Questo ci permette di fare una considerazione culturale da una parte, e ci pone davanti alla necessità di un ampliamento della definizione di management, dall'altra.
Rispetto alla considerazione culturale non si può non registrare che i termini inglesi “management” “e manager” siano entrati anche nella nostra lingua in modo diffuso. Tuttavia essi tendono a identificare, nel comune sentire, soprattutto attività e ruoli che corrispondono da noi a quelli svolti da Dirigenti o da Quadri con funzioni dirigenziali: tutti posti nella pare medio-alta della piramide aziendale.
Nel mondo anglosassone, invece oltre al Top e al Middle Management si considera anche il Lower Management costituito dai Quadri subordinati: negli Usa un responsabile di un negozio al dettaglio (purché non suo) è un manager.
Ma quella che qui ci interessa di più è registrare come la definizione di manager, che il vocabolario Treccani ci da, sia in realtà uscita dal linguaggio degli affari per diventare patrimonio e concetto del più ampio linguaggio organizzativo. Se togliamo la parola profitto e la sostituiamo con “conseguimento degli obiettivi” otteniamo la immediata applicabilità del concetto anche ad ambienti privi di fini di lucro.
Ecco allora che potremmo avere manager pubblici, manager in organizzazioni filantropiche, manager in ambienti sanitari e così via. La stessa scuola negli ultimi anni si vanta di aver trasformato i vecchi presidi in manager.
Ma il management non riguarda solo il raggiungimento degli obiettivi; questo si unisce anche all'utilizzo di alcuni approcci, evolutesi nel tempo, che permettono tale raggiungimento.
Pur non essendo dei grandi estimatori di wikipedia, è proprio qui che troviamo una definizione e descrizione del management che riportiamo (dalla versione inglese)
“Management in business and organizations is an art that coordinates the efforts of people to accomplish goals and objectives using available resources efficiently and effectively. Management comprises plannig, organizing, staffing, leading or directing, and controlling an organization to accomplish the goal. Resourcing encompasses the deployment and manipulation of human resources, financial resources, technological resources, and natural resources. “
Come si vede la descrizione introduce concetti e temi che meritano un approfondimento che non possiamo sviluppare in questa sede, in particolare ci piace molto la definizione di management come arte. Magari qualcuno lo svilupperemo in altri futuri post.
Giovanni Gentile